18 de ago. de 2010

Rewiring Genesis (Nick D'Virgilio) - A Tribute to the Lamb Lies Down on Broadway

Pela enésima vez eu começo confessando-me fã eterno do Genesis na era de Peter Gabriel e isto sempre me fez um ácido crítico de qqr tentativa em substituí-lo, copiá-lo ou qqr coisa que o valha.

Mas com o tempo foram surgindo novas fórmulas e músicos competentes o suficiente pra entender que recriar uma obra pronta, pode-se no máximo dar uma nova cor, uma polida, um belo brilho e não tentar reinventar aquilo que não se inventou e criou pra uma época/tempo, o que torna sempre inaudível e assusta amigos como meu irmão Dio com os chamados "tributos" e ele tem toda razão em ter os dois pés atrás antes e ir abraçando qqr causa,rs.

Eu tenho escutado depois de conhecer a fundo a obra do The Watch, muita coisa na mesma linha mas em nível infinitamente inferior, e inclusive procurava um trabalho alemão que conheci qdo me deparei com este que trago pra alcatéia agora.
Com um nome enorme e com referências das mais estapafúrdias.
Mas como todo lobo é curioso, adoro navegar onde críticos profissionais e que são pagos pra isso detonam a obra, é no ato em seguir a trilha e descobrir pérolas como esta, prq é sim uma pérola no todo sem tirar nem por.

Não há para mim uma só parte em que ache um defeito prq eles não tentaram copiar, inventar ou sei lá o quê; eles simplesmente gravaram como qqr um que tem talento, inteligência e bom senso uma obra dificílima sabendo que poderiam ser destruídos por isso, mas fizeram com sinceridade e amor que só um fã verdadeiro pode perceber e gostaria de oferecer aos seus ídolos, e aqui Nick impressiona com seus vocais muito mais maduros e mais adocicados do que no Spock's Beard.

Apesar que ele já tocou com o Genesis no álbum Calling all stations e com Gabriel tb, além de assumir os vocais depois da saída de Neal Morse do SB.

E o que mais chama a atenção é que a orquestra não torna uma coisa chata e nem é o tal "unplugged" (arghhhh); sei que alguns não gostarão, eu amei de paixão e ouço escrevendo estas mal traçadas linhas.

Puristas se afastem e nem tentem prq vcs não terão sensibilidade suficiente e aqui é um trabalho até romântico sem mudar quase nada, só trazer pra hoje aquilo que embalou minha geração e embala gerações desde então e repito os vocais nem de perto tentam copiar ou se assemelhar ao Gabriel e aí acho reside a essência dessa obra e sua beleza, desculpe se insisto, nada ganho com mais ou menos downs a não ser dividir com aqueles que gosto algo que gostei e me fez bem, fiquei realmente impressionado.La proprietà del silenzio non appartiene più a questa società. E non parlo della funzione oggettiva del silenzio come annullamento dei rumori (urbani, umani, ecc.), ma di una intromissione ben più invasiva e difficile da evitare.

Nel giornalismo, ad esempio, si insiste senza pietà di fronte ad argomenti di cronaca assolutamente personali e delicati, legittimando chiunque legga a poter dire la sua e pensare di essere dalla parte del giusto. Quando invece non c'è nè giusto, nè sbagliato, ma ci sono solo le ragioni profonde ed intime delle persone che vivono tale esperienza.
Nella rete abbiamo l'esempio di Facebook (un social network all'ennesima potenza) dove ognuno è ansioso di elargire giudizi e commenti su qualsiasi cosa gli passi per la testa.

Tutto questo preambolo per spiegare che un fenomeno simile è presente anche nella musica, rappresentato dai tribute album: innocui se a carattere antologico (tipo raccolta con vari artisti che coverizzano canzoni da album diversi), letali se riguardano album interi. Operazioni inutili che lasciano il tempo che trovano.
Ed ecco che anche in questo caso sarebbe meglio tacere, non mostrare il proprio "punto di vista" su un'opera, ma ammirarla per come è e basta. Non mi risulta che qualcuno abbia riscritto I Promessi Sposi o che qualcuno abbia dipinto un'altra Las Meninas.

Perchè nella musica invece, di tanto in tanto, arriva qualcuno con la malsana idea di risuonare in studio gli album che hanno segnato la storia del rock? Perchè The Wall, The Lamb Lies Down on Broadway, The Dark Side of the Moon non possono rimanere così come sono stati concepiti senza nessuno che li "rilegga" a modo suo? Che senso ha rifare un album intero, ancor più se trattasi di un capolavoro, rischiando anche di compromettersi artisticamente, e andare a minare quella perfezione che gli era propria?

Una cosa del genere la capirei più impostata per una esibizione dal vivo: una volta terminata la performance la cosa finisce lì; ci si diverte e si suona la musica dei propri idoli.
Considero Nick D'Virgilio il miglior batterista moderno, ma ho sempre avuto riserve su di lui come solista o frontman. In queste vesti si è sempre mosso all'ombra di colui che deve essere stato il suo mentore, Kevin Gilbert, cercando di coglierne l'idea musicale, senza riuscire però neanche ad esserne un epigono.

Gilbert si esibì con i Giraffe al Progfest del 1994 con una leggendaria riproposizione di The Lamb Lies Down on Broadway proprio con D'Virgilio alla batteria. La prematura scomparsa di Gilbert non ci impedisce di asserire che una registrazione in studio del suddetto album non era nei suoi piani. Anche perchè il concerto fu una celebrazione del ventennale di The Lamb senza ulteriori speculazioni.

Invece D'Virgilio è tornato sul luogo del delitto, magari pensando di poter aggiungere qualcosa di buono, ma ha sbagliato totalmente il media.
Il suo The Lamb è un disco che sprigiona un'incompatibilità nei confronti dell'ambiente studio, dato che sembra concepito solo con lo scopo di essere suonato dal vivo.

In questo non ci sarebbe nulla di sbagliato, ma se lo avesse proposto esclusivamente come concerto, con un tour, non sarebbe stato meglio? Un pò alla Musical Box, ma almeno loro hanno la decenza di non registrare in studio gli album dei Genesis che portano sul palco.A questo punto qualcuno potrà obiettare che D'Virgilio ha utilizzato sapienti arrangiamenti orchestrali e ha infuso nuovo spessore alle canzoni. Questa, al contrario, è la motivazione principale che contribuisce alla teatralità fuori luogo imposta dal batterista degli Spock's Beard. D'Virgilio ha allestito questo album come fosse un musical, esagerando il concetto di opera-rock.

Il fatto che nel titolo sia nominata Broadway non vuol dire necessariamente che si debba suonare it come in uno spettacolo alla Chorus Line, o pretendere che la title track e In the Cage sembrino dirette da Leonard Bernstein.
The Lamb è prima di tutto una collezione di canzoni sperimentali con arrangiamenti superbi.

E cosa rimane se andiamo a boicottarele con archi e fiati? Brani spogliati dalle loro peculiarità elettroniche: che senso ha l'arpeggio invasivo di Back in NYC rifatto con una debole chitarra punteggiata fastidiosamente dai fiati? Dove sono scomparse le già elusive "enossificazioni"? Perchè raggiungere il ridicolo involontario nell'intermezzo dixieland in Counting Out Time?

Quando D'Virgilio non sa che pesci prendere i brani restano molto simili agli originali, ma senza sprigionare neanche la metà dell'energia degli originali.
Ecco forse è questo il vero problema, alla rilettura di D'Virgilio manca l'anima, l'energia, l'emozione. In una parola il sentimento: tutto sembra meccanico a tratti esitante ed insicuro.

Pubblicato da Lorenzo Barbagli
Personnel:

Nick D'Virgilio: lead vocals, background vocals, drums, percussion
Kat Bowser: background vocals
Carolyn Martin: background vocals
Mike Lusk: background vocals
Dave Martin: bass guitars
Don Car: electric and acoustic guitars, electric sitar, banjo
Jeff Taylor: acoustic piano, accordion, whistle, Rhodes, Wurlitzer
John Hinchey: horn and string arrangements, trombone
Steve Patrick: trumpet
Jeff Bailey: trumpet
Prentiss Hobbs: trombone
Sam Levine: saxophones, flute
Doug Moffett: saxophones
David Angell: violin
Pam Sixfin: violin
David Davidson: violin
Kristin Wilkinson: viola
Anthony Lamarchina: cello

Cd 1
1. The Lamb Lies Down On Broadway
2. Fly On A Windshield
3. Broadway Melody Of 1974
4. Cuckoo Cocoon
5. In The Cage
6. The Grand Parade Of Lifeless Packaging
7. Back In NYC.
8. Hairless Heart
9. Counting Out Time
10. The Carpet Crawlers
11. The Chamber Of 32 Doors

Cd 2
1. Lilywhite Lilith
2. The Waiting Room
3. Anyway
4. Here Comes The Supernatural Anaesthetist
5. The Lamia
6. Silent Sorrow In Empty Boats
7. Colony Of Slippermen: Arrival/A Visit To The Doktor/The Raven
8. Ravine
9. The Light Dies Down On Broadway
10. Riding The Scree
11. In The Rapids
12. It

320kbps.rar

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!!

17 de ago. de 2010

Twice As Nice ''Down In Mississippi'' - Alphonso Sanders and Bill Perry

Não deveria colocar minhas patas azuis aqui, mas não resisti ao ver mais um presente na porta da caverna e ainda prontinho e embalado pra presente,rs.

Como diz o Omar o Blues é tão vasto e intenso que cabe um universo dentro dele, amo todos os generos, adoro o rock, o progressivo de qualidade,o jazz; mas o Blues é uma essência interior pra mim e claro pra uma infinidade de pessoas como o Omar dentre tantos e isso só me dá alegria e prazer.

Bem, só ilustrei com as imagens e com o prêmio que os caras ganharam (um deles com esse disco) pra vc ver que o Omar tava certíssimo em gostar e se ligar nos caras; são já considerados lendários e reverenciados por grandes astros da música (entrando sim para muito mais que "tops alguma coisa"), entrando pra história!

Boa mestre Omar.Blues Session do Omar - Hoje em cartaz: Alphonso Sanders & Bill ''Howl-n-Madd'' Perry

Tomei conhecimento de este disco em uma de essas garimpadas noturnas, já de cara vejo un line-up diferente,o que sempre me deixa curioso,e como não tinha muitas referências dos músicos,apenas do Sanders tinha escutado alguma coisa dentro do Smooth-Jazz o que não e da minha preferência e o Bill Perry,hasta agora era para mim um ilustre desconhecido.

Na verdade não botei muita fé no trabalho deles,crasso erro,com apenas um violão,pandeiro e sax os caras grabaran um disco que é uma pequena pérola
Claro que jamais entrará entre os Top 100 do Blues e não será nominado para um Grammy ,mais o blues e assim,está cheio de músicos quase anônimos,(pelo menos para nos) que de repente nos brindam um trabalho destes.

Achei que valia a pena,compartilhar com vcs e principalmente com meu "hermano",Dead,dito seja de passo,um dos caras mais honestos que conheço em esse mundinho dos blog e que me honra com a sua amizade.
Line-up
Alphonso Sanders:Vocal,Sax,Percussion

Bill Perry:Guitar,Vocals

Tracklist:

1. Jook Joint Jumpin' 3:21
2. Delta Sun 4:36
3. Devil's Child 2:50
4. She's a 3 in 1 Lover 3:40
5. Wishing Want Make It True 4:26
6. I Wanna Cook For Ya 3:30
7. Slow Down 3:40
8. Boo-Ga-Loo 4:21
9. Willie Mae 4:33
10. Mississippi 3:57

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!

16 de ago. de 2010

Herbie Hancock e Jaco Pastorius - Voyage (Live) vinyl rip

Fazendo meus passeios rotineiros encontro no Era Wilson dos irmãos Dio e Diego um post do Jaco Pastorius, aliás o primeiro disco do cara que é muito bom por sinal; bem, no texto informativo que o Dio postou além de sua própria opinião é destacado pelo autor que já li muito por aí que o Jaco deu fim a sua vida por ser maníaco depressivo!!!!

Como já deixei claro numa postagem do Gabriel, onde algum anormal tb escreveu que ele era "marionete" do Hackett por ser depressivo e bipolar, tá virando moda "acusar" alguém de se matar por ser depressivo (o que pode ser uma das causas apenas), de beber por ser bipolar, de enfiar o carro na marginal pela contramão prq era depressivo; ou seja agora é moda estigmatizar o que era até a pouquíssimo tempo apenas 03% da população mundial os maiores responsáveis por um monte de coisa onde só vejo a maldade e a estupidez humana.

Não que os deprês ou bipolares ou psicóticos e afins sejam santos, absolutamente, mas daí catalogar tudo que é errado como eu não aceito mesmo e sabem prq? Os grandes mestres da pintura eram depressivos, os grandes mestres da música ídem, os gênios da humanidade como Da Vinci e Michelangelo também entre milhares de outros e?????

Ah vão pro meio do inferno raça de inteligentes e gênios que nem sabem do que falam e pra provar trago um presente que ganhei do Alberto Jardim da nossa Rock Fly onde o "depressivo" do Jaco faz dupla com o "bipolar" do Herbie Hancock e ainda por cima tem Bennie Maupie e James Levi; os 03 deviam ser idiotas também por convidar o maluco do Jaco e fazerem juntos um showzaço desses que de tão raro vc não vê rodando mesmo, mas é só ouvir e dizer, se são bons ou não.

Bom a história dos caras está abaixo, mas perca um tempinho com texto em castelhano mui bien contado sobre Jaco e tire suas próprias conclusões, mas preste bem atenção se não estamos estigmatizando tudo que vemos e na verdade somos todos um pouco de tudo.During late 1970s and early 1980s, Hancock toured with his "V.S.O.P." quintet, which featured all the members of the 1960s Miles Davis quintet except Davis, who was replaced by trumpet giant Freddie Hubbard.
There was constant speculation that one day Davis would reunite with his classic band, but he never did so. VSOP recorded several live albums in the late 1970s, including VSOP (1976), and VSOP: The Quintet (1977).

In 1978, Hancock recorded a duet with Chick Corea, who had replaced him in the Miles Davis band a decade earlier. He also released a solo acoustic piano album titled The Piano (1978), which, like so many Hancock albums at the time, was initially released only in Japan. (It was finally released in the US in 2004.) Several other Japan-only releases have yet to surface in the US, such as Dedication (1974), VSOP: Tempest in the Colosseum (1977), and Direct Step (1978).
Live Under the Sky was a VSOP album remastered for the US in 2004, and included an entire second concert from the July 1979 tour.

From 1978-1982, Hancock recorded many albums consisting of jazz-inflected disco and pop music, beginning with Sunlight (featuring guest musicians like Tony Williams and Jaco Pastorius on the last track) (1978).
Singing through a vocoder, he earned a British hit, "I Thought It Was You", although critics were unimpressed.[9] This led to more vocoder on the 1979 follow-up, Feets, Don't Fail Me Now, which gave him another UK hit in "You Bet Your Love".

Albums such as Monster (1980), Magic Windows (1981), and Lite Me Up (1982) were some of Hancock's most criticized and unwelcomed albums, the market at the time being somewhat saturated with similar pop-jazz hybrids from the likes of former bandmate Freddie Hubbard. Hancock himself had quite a limited role in some of those albums, leaving singing, composing and even producing to others.

Mr. Hands (1980) is perhaps the one album during this period that was critically acclaimed. To the delight of many fans, there were no vocals on the album, and one track featured Jaco Pastorius on bass. The album contains a wide variety of different styles, including a disco instrumental song, a Latin-jazz number and an electronic piece in which Hancock plays alone with the help of computers.
Nació en Pennsylvania, pero de chico se mudó a Fort Lauderdale, donde se crió y desde temprana edad integró diversas bandas escolares, en las cuales se destacaba como baterista.
De adolescente sufrió un accidente haciendo deportes que le provocó una lesión en la muñeca que le iba a impedir tocar la batería.
Pastorius decidió entonces intercambiar los roles con el bajista de la banda en la que tocaba, llamada Las Olas Brass y aprendió el repertorio completo de la banda para su nuevo instrumento en tan sólo una semana.

En 1974 comenzó a hacerse más reconocido cuando graba el notable disco Bright Size Life acompañando al guitarrista Pat Metheny, y permanece algún tiempo como bajista del grupo Blood, Sweat & Tears. Dos años después, grababa su primer disco solista, titulado Jaco, aclamado por la crítica y por sus colegas, y que lo llevó a los primeros planos de la escena jazzística internacional. Muchos consideran a este disco como de escucha imprescindible para los bajistas de todos los tiempos, no sólo por la riqueza técnica y el virtuosismo presente en todos sus temas, sino también por la calidad y sensibilidad de sus composiciones.

Jaco era un fanático admirador del grupo de Jazz Rock Weather Report, habiendo, en años anteriores a su debut discográfico, "acosado" al líder de dicho grupo, Joe Zawinul para que le diera el puesto de bajista en la banda, con el argumento de que él era "El mejor bajista del mundo".
Pese a la explicable resistencia inicial de Zawinul, finalmente Pastorius logró que escuchara una cinta con su música.

Zawinul quedó muy impresionado sobre todo por el particular sonido de Pastorius, pensando en un primer momento que en la cinta que Pastorius le había dado este había tocado un contrabajo. Al poco tiempo, el bajista de Weather Report de aquel momento, Alphonso Johnson, abandonó la banda y Zawinul le ofreció instantáneamente a Pastorius reemplazarlo.
Jaco tocó con Weather Report desde 1976 hasta 1981, probablemente la mejor época de la legendaria banda, que ha quedado registrada en varios discos grabados tanto en estudio como en vivo.También tuvo la oportunidad de realizar extensas giras por distintos países del mundo, entre ellas una actuación del grupo que tuvo lugar en Buenos Aires, Argentina.
Luego de dejar Weather Report, Jaco formó su propia banda, Word Of Mouth, con la cual también grabó varios discos y realizó numerosas giras hasta el año 1984. Notables músicos fueron parte de aquella banda, entre ellos el baterista de Weather Report, Peter Erskine, el trompetista Randy Brecker, el saxofonista Bobby Mintzer y el percusionista Don Alias.

A partir de mediados de la década del 80, Jaco comenzó a sufrir las primeras manifestaciones de trastornos mentales, y se le diagnostica como maníaco depresivo. Las drogas que le habían recetado para tratarse le impedían concentrarse, lo adormilaban, lo que le imposibilitó componer; o peor aún, directamente le dormían los dedos, lo cual no le permitía tocar el bajo. Así que Jaco rehusó tratarse, cayendo en una espiral de conflictos familiares y conductas autodestructivas.

Se volvió alcohólico, tomando por costumbre vagar por las calles y convivir con mendigos y vagabundos, de quien se haría amigo tocando para ellos. Incluso el famoso bajo Fender Jazz Bass que Jaco utilizó tanto tiempo le fue sustraído mientras jugaba un partido de baloncesto en las canchas de la calle 54 en Nueva York, como de costumbre dejaba el bajo apoyado en un banco sin prestarle atención mientras jugaba. Durante este tiempo simplemente se dedicaba a jugar al baloncesto y a vagabundear por las calles de Nueva York, consumido por una depresión galopante.

Al igual que Charlie Parker, fue internado varias veces por sus trastornos maníaco depresivos, pudiendo pasar de la más absoluta depresión a un estado de euforia en cuestión de segundos. El 2 de abril de 1987, Pastorius, nada más salir de la cárcel por robar un coche y conducirlo por una pista de atletismo (tampoco tenía permiso de conducir), intento sabotear un concierto de Carlos Santana, donde tocaba en ese momento Alphonso Johnson, bajista a quien sustituyó once años atrás en Weather Report.

Al ser obligado a abandonar el concierto,y en estado de ebriedad,se dirigió a un bar de la zona donde fue expulsado a la fuerza, tras alborotar y sabotear otro concierto que se estaba realizando. El vigilante de seguridad (cinturón negro de karate) al echarlo le propinó una paliza que lo dejó inconsciente y en estado de coma.
Pocos días más tarde sufría un derrame cerebral que acabó con su vida.
El asesino finalmente fue condenado, pero sólo cumplió 4 meses de los 5 años que le cayeron.
Personnel:

Herbie Hancock: keyboards
Jaco Pastorius: bass
Bennie Maupin: saxophones
James Levi: drums

1. Introduction
2. Chameleon
3. Hang Up Your Hang Ups
4. Maiden Voyage
5. It Remains To Be Seen
6. People Music

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

15 de ago. de 2010

Larry Carlton e Steve Lukather Band

Fazia um bom tempo que eu não passava no "lujinha" do meu irmão PoucoSiso e até fui chamado a atenção com toda a propriedade, mas não é que não passei, é que a vontade de "pegar" um post e trazer pra alcatéia era insuportável e estou em tratamento contra este hábito (ré,ré,ré acho que tive uma recaída!!!).

Bem, eu não havia baixado e nem assistido justamente por isso mas a história descrita pelo PS me intrigava e chamava a atenção e todo dia ficava com isso na cabeça; aí achei hoje de fazer uma postagem e queria algo à altura de um Hendrix ou de um Cotton e lembrei dele de novo e não resisti.
Alterei algumas coisas prq ele mesmo sabe que tenho meu jeito de postar e ele o dele, mas com isso só quis colocar uma moldura numa postagem de ótimo gosto e de qualidade melhor ainda.

Não é pra ter meu carimbo não, e sim pra demonstrar de alguma maneira o respeito e a admiração que tenho por ele e o qto sua amizade me é cara, ele e os seus e nossa Aninha guerreira, sempre conosco na alcatéia.
Espero gostem, prq pra aqueles que gostam de um bom show, este é um prato cheio.

Abaixo o post do blog Poucosiso da Extrada e um belo release biográfico."Andando pela vida, tenho sempre o cuidado de olhar por onde passo a procura de novidades.

Trupiquei neste dvd e achei muito interessante a união do Larry Carlton com Steve Lukather.

As histórias dos dois são vertentes diferentes, Larry é jazzista de renome e é conhecido por seu toques polidos e dono de uma técnica fantástica.

Foi alvejado na garganta, dentro de seu apartamento, por uma bala perdida que entrou pela janela.
Pra quem acha que isso só acontece no Rio de Janeiro...

Steve correu os corredores do pop, com Toto, e seu trabalho é muito conhecido e tbm apreciado por este paupérrimo escriba.

Assim então, temos aqui a apresentação em Paris, de 2001, devidamente ripada em AVI para vosso deleite."

PoucoSisoBiography by Greg Prato

Best known as the guitarist for early MTV-era hitmakers Toto, Steve Lukather remains one of the world's top session men, having played on well over a hundred recordings by a wide variety of artists over the years. Born in Los Angeles, CA, on October 21, 1957, Lukather discovered rock music the way just about every single other young U.S. citizen did during the '60s — via the Beatles.

Starting off as a drummer and keyboardist, it wasn't until his father purchased Lukather a guitar that he found his true musical calling. At first self-taught, Lukather eventually sought the help of older guitar-playing classmates, as well as a formal teacher, which led to an interest in becoming a session guitarist (courtesy of drummer Jeff Porcaro and keyboardist Steve Porcaro, both of whom attended the same high school as Lukather).

Right around the time Lukather turned 20, the guitarist was invited to join the Porcaro brothers in a pop/rock band comprised primarily of studio musicians, Toto (which also featured singer Bobby Kimball, bassist David Hungate, and keyboardist/singer David Paich).

While Lukather would join the band, he also managed to maintain his busy session schedule, playing on albums by Leo Sayer, Boz Scaggs, Alice Cooper, Barbra Steisand, the Pointer Sisters, Cher, and Cheap Trick during the late '70s.
Specializing in the same mainstream radio rock sounds as Foreigner and Journey, Toto scored a hit right off the bat with their debut album, 1978's Toto, which cracked the U.S. Top Ten, as did one of its singles, "Hold the Line."
Despite the immediate commercial success, many critics gave Toto the tag of being a "faceless slick band," and it appeared as though it was a fitting description, as Toto's next two releases, 1979's Hydra and 1981's Turn Back, failed to match the artistic and commercial success of their hit debut.

Just as it appeared as though Toto would continue their slide off the charts, the group issued one of 1982's biggest albums, the Grammy Award-winning Toto IV, a Top Five album that spawned such monster hits as "Rosanna" (number two) and "Africa" (number one), as well as a single that Lukather penned entirely himself, "I Won't Hold You Back" (number ten).

The same year, most of Toto was invited to play on Michael Jackson's Thriller, one of the biggest-selling albums in pop music history. As a result, session work poured in for Lukather, as he played on '80s-era recordings by Elton John, Herb Alpert, Warren Zevon, Chicago, Lionel Richie, Joni Mitchell, and Neil Diamond, among countless others.

Toto continued to issue albums on a semi-regular basis, but after deciding to part ways with singer Kimball after Toto IV, the group was unable to sustain their success.

Despite juggling his busy schedule between session dates and Toto, Lukather managed to also launch a solo career during the late '80s, with the release of his 1989 debut, Lukather. Further solo releases followed (1994's Candyman, 1997's Luke, 2001's Grammy Award-winning collaboration with Larry Carlton, No Substitutions, and 2003's Santamental), as did further sessions (Bob Seger, Rod Stewart, Spinal Tap, Van Halen, and the Yardbirds).
Musicians:

Larry Carlton - guitar
Steve Lukather - guitar
Rick Jackson - keyboards
Chris Kent - bass
Gary Furgeson - drums

TrackList:

1 The pump (Simon Phillips, Tony Hymas)
2 Blues force (Larry Carlton)
3 It was only yesterday (Larry Carlton)
4 Red house (Jimi Hendrix)
5 Don't give it up (Larry Carlton)
6 Room 335 (Larry Carlton)
7 Put it where you want it (Joe Sample)

Enjoy!!!!!!!!!!!!

13 de ago. de 2010

James Cotton "Deep In The Blues"

Não existe algo melhor do que bons amigos e tenho isto até como um mantra prq amigos mesmo são raros.

São aqueles que até discordam de vc, mas sempre estão por perto e as vz mesmo sem saber fazem sua vida mudar de tom, saindo de cinza pra um multicolorido sem precisar de drogas, só uma lembrança agradável e um carinho de qqr forma e neste caso em forma de música.

Qdo conheci o Omar no Seres da Noite, tb conheci o Aponcho e junto a eles depois vieram outros hermanos que se tornaram até uma fonte de conhecimento impressionante e amigos queridos; e este post só ilustrei da minha forma prq a dica veio do irmão Aponcho e ainda com uma recomendação: "já que gosta de Blues dá uma olhada neste aqui".

Confesso ter demorado pra ouvir prq a maquina deu pau, minha vida tb (rs) e etc,etc e etc too; e numa dessas noites sem lua o lobo pensando como situar a mente novamente coloca pra rolar o mestre J.Cotton e confesso que foi difícil não me emocionar e ouvir cada música como se degustasse um prato raro ou uma bebida única, mas nenhum deles teria o efeito que o velho mestre teve e por isso tinha de trazer pra nossa parede e pendurar esta obra prima do Blues, agradecendo ao amigo Aponcho pela jóia que nos deu.

Ouvir James Cotton neste trabalho é poder viver em paz e acalmou sim a alma deste lobo desorientado mas sempre muito bem acompanhado; tem mais heim?
Tenho outros presentes que vou postando qdo possível, mas baixem sem medo de nada amantes ou não do Blues.James Cotton (born July 1, 1935, Tunica, Mississippi[1]), is an American blues harmonica player, singer, and songwriter who is the bandleader for the James Cotton Blues Band.
He also writes songs alone, and his solo career continues to this day. His work includes the following genres: blues, delta blues, harmonica blues, and electric harmonica blues.

Cotton became interested in music when he first heard Sonny Boy Williamson II on the radio.
He left home with his uncle and moved to West Helena, Arkansas finding Williamson there. For many years Cotton claimed that he told Williamson that he was an orphan, and that Williamson took him in and raised him; a story he admitted in recent years is not true.

Williamson did however mentor Cotton during his early years.When Williamson left the south to live with his estranged wife in Milwaukee, Wisconsin, he left his band in Cotton's hands. Cotton was quoted as saying, "He just gave it to me. But I couldn't hold it together 'cause I was too young and crazy in those days an' everybody in the band was grown men, so much older than me."
Cotton performing in 2008 Although he played drums early in his career, Cotton is famous for his work on the harmonica.

Cotton began his professional career playing the blues harp in Howling Wolf's band in the early 1950s. He made his first recordings as a solo artist for the Sun Records label in Memphis, Tennessee in 1953. Cotton began to work with the Muddy Waters Band around 1955.He performed songs such as "Got My Mojo Working" and "She's Nineteen Years Old", although he did not appear on the original recordings; long-time Muddy Waters harmonica player Little Walter was utilized on most of Muddy's recording sessions in the 1950s.

Cotton's first recording session with Waters took place in June 1957, and he would alternate with Little Walter on Muddy's recording sessions until the end of the decade, and thereafter until he left to form his own band. In 1965 he formed the Jimmy Cotton Blues Quartet, utilizing Otis Spann on piano to record between gigs with Waters' band. Their performances were captured by producer Samuel Charters on volume two of the Vanguard recording Chicago/The Blues/Today!.

After leaving Muddy's band in 1966, Cotton toured with Janis Joplin while pursuing a solo career. He formed the James Cotton Blues Band in 1967. They mainly performed their own arrangements of popular blues and R&B material from the 1950s and 1960s. Two albums were recorded live in Montreal that year.James Cotton at Jeff Healey's blues nightclub in TorontoIn the 1960s, Cotton formed a blues band in the tradition of Bobby "Blue" Bland. Four tracks that featured the big band horn sound and traditional songs were captured on the album Two Sides of the Blue.

In the 1970s, Cotton recorded several albums with Buddah Records. Cotton played harmonica on Muddy Water's Grammy Award winning 1977 album Hard Again, produced by Johnny Winter. The James Cotton Blues Band received a Grammy nomination in 1984 for Live From Chicago: Mr. Superharp Himself!, and a second for his 1987 release, Take Me Back. He finally was awarded a Grammy for Deep in the Blues in 1996 for Best Traditional Blues Album.

Cotton appeared on the cover of Living Blues magazine in 1987 in the July/August issue (#76). He was featured in the same publication's 40th anniversary issue, released in 2010 in August/September.

Cotton battled throat cancer in the mid-1990s, and his last recorded vocal performance was on 2000's Fire Down Under the Hill, but he continued to tour, utilizing singers or his backing band members as vocalists. Cotton's latest studio album, Giant, is scheduled for release on Alligator Records in late September 2010.

On March 10, 2008, Cotton and Ben Harper inducted Little Walter into the Rock and Roll Hall of Fame. They performed "Juke" and "My Babe" together at the induction ceremony, which was broadcast nationwide on VH1 Classic.
"Deep In The Blues" is an acoustic jam session between master harp-player James Cotton, guitarist Joe Louis Walker and Jazz bassist Charlie Haden, with pianist Dave Maxwell sitting in on a few tracks. Walker, Haden and Maxwell make a perfect supporting band to James Cotton's gruff vocals and spontaneous harp playing.

The band performs James Cotton classics, and new material (mostly written by James Cotton and Joe Louis Walker), and covers a few songs by Big Maceo, Muddy Waters, Percy Mayfield and Sonny Boy Williamson.
Cotton's playing is breath-taking with emotion ; in addition to his own solos, he tastefully drops in a few notes at perfectly felt moments, during Walker and Haden's own parts. Haden brings a jazzy feel to the album, and appears alone with his upright bass on "Ozark Mountain Railroad".

Walker also gets his moment of exposure, with his performance on National Steel Guitar in his own "Vineyard Blues".
Put this CD on, sit back, close your eyes, and be prepared for a few chills down your spine. "Deep In The Blues" is a Blues masterpiece, performed by experienced players, that have the ability to join their talents, in addition to their technical skills, to record with such a level of feeling.
Personnel:

James Cotton (vocals, harmonica)

Joe Louis Walker (vocals, acoustic & National Steel guitars)

Dave Maxwell (piano)

Charlie Haden (acoustic bass)TRACKS:

1. Down At Your Buryin' (Cotton) - 4:32
2. All Walks Of Life (Cotton) - 3:34
3. You Got My Nose Open (Murphy) - 4:18
4. Dealin' With The Devil (Williamson) - 3:34
5. Strange Things Happen (Mayfield) - 4:20
6. Country Boy (Cotton) - 3:21
7. Vineyard Blues (Walker) - 3:29
8. Worried Life Blues (Merryweather) - 4:05
9. Two Trains Runnin' (Morganfield) - 4:53
10.Ozark Mountain Railroad (Haden) - 3:45
11.Sad Letter (Morganfield) - 4:14
12.Play With Your Poodle (Hawkins) - 3:39
13.Blues In My Sleep (Cotton) - 6:10
14.Everybody's Fishin' (Cotton) - 3:18

Obs: Faça uma visita ao blog Aponcho Rock , creio que vai gostar.

Enjoy!!!!!!!!!!!!!

12 de ago. de 2010

Soundtrack Recordings from the Film Jimi Hendrix

Preparando-me para uma postagem que acho ser das melhores que já ouvi, além do que foi mais um presente que recebi e não costumo receber porcaria; e é um som fantástico pra um amante do Blues como eu.

Mas eis que não mais do que de repente (rs) minha busca por mais uma "música perdida" surte o efeito desejado.

O irmãozinho Pirata do blog "Pirata do Rock" me passou uma lista de tarefas de sons daqueles bem difíceis de se achar (até acho que ele qdo quer me deixar mais doido ele manda uma empreita assim), e consegui alguns, outros não.
Mas este aqui não achei de forma alguma pra baixar e nem de outro jeito que não comprando via majors ou nos leilões da vida os lps; afinal pelo notei nesta procura é realmente um ítem raro apesar que não sou especialista em Jimi como muitos por aí que tem até blogs específicicos sobre toda a carreira do cara mas... (caraca Pirata não poderia ser mais fácil não?).

Qdo ele me pediu saí a caça como todo bom lobo que se preza faz e quem diz que acho? Achava algum, mas estava com link quebrado (dois ou três blogs) e mesmo nos torrents só pagando; não costumo desistir qdo encano com uma coisa e aí eis que surge um sinal que minha busca surtira efeito e o som havia sido encontrado, estaria vindo!!!!!

Até pensei que fosse sacanagem e não viria nada, mas qdo termina a pouco, encontro na íntegra um dos discos mais difíceis que já procurei e consegui trazer pra nossa alcatéia pra ser pendurado nas paredes da caverna e rolar muito muito alto mesmo prq é um puta de um som.

Sim eu sei que são músicas conhecidas mas como está descrito abaixo são dois lps e não foram remasterizados oficialmente até onde se sabe (e me perdoem se estiver errado) e o que se encontra aqui é realmente um trabalho único e raro e vou subir em flac dessa vez e tb em 320 pra facilitar a vida de alguns e até peço aos amigos que gostam que semeiem por aí e nem precisa de crédito prq assim esta obra poderá chegar as mãos de muito mais amantes do gênio negro da música.Soundtrack Recordings from the Film Jimi Hendrix is the soundtrack to the 1973 documentary film, Jimi Hendrix and the second live album by him. The double album was released by Reprise Records in July 1973.

It contains the full-length live performances from the film and some clips from interviews (though not necessarily from the film). Since there was no new material in this album, many fans passed on buying it.

The album peaked at No. 89 on the Billboard album chart, which generated concern at Reprise Records that repackaging old material would no longer satisfy the fans of Jimi Hendrix.

The album has not been released on compact disc.
Film
Main article: Jimi Hendrix (film)

The documentary (or rockumentary) was made in 1973 by Joe Boyd, John Head and Gary Weis for Warner Bros. The film contains concert footage from 1967 to 1970, including material from Isle of Wight and the Monterey Pop Festival.

The film also includes interviews with Hendrix' contemporaries, family and friends. The estate of Jimi Hendrix authorized the 1973 film to be re-released on video and DVD in 1999, and a special edition DVD was released 2005.
Songs by Jimi Hendrix unless otherwise noted.

LP track listing:

Side 1
1."Rock Me Baby" (B.B. King, Joe Josea) – 3:01
2."Wild Thing" (Chip Taylor) – 5:18
3."Machine Gun I" – 7:45
4."Interviews I" (Jimi Hendrix, Al Hendrix, Freddie Mae Gauthier and Dolores Hall) – 3:41

Side 2
5."Johnny B. Goode" (Chuck Berry) – 3:37
6."Hey Joe" (Billy Roberts) – 3:50
7."Purple Haze" – 3:40
8."Like a Rolling Stone" (Bob Dylan) – 6:11
9."Interviews II" (Jimi Hendrix, Little Richard, Pat Hartley and Fayne Pridgon) – 3:21

Side 3
10."The Star Spangled Banner" (traditional) – 3:42
11."Machine Gun II" – 12:35
12."Hear My Train A Comin'" – 3:05
13."Interviews III" – 2:36

Side 4
14."Red House" – 11:18
15."In From the Storm" – 4:27
16."Interviews IV" (Pat Hartley, Alan Douglas, Fayne Pridgeon and The Ghetto Fighters) – 5:55

Recording details
1, 2, 6, 8: Monterey Pop Festival (June 1967)
3, 14, 15: Isle of Wight Festival (August 31, 1970)
5, 7: Berkeley Community Center, Berkeley, California (May 30, 1970)
10: Woodstock (August 1969)
11: Fillmore East (December 31, 1969)
12: London (1967)

Enjoy Flac o1 02 03 or Enjoy!!!!!!!!!!!!! (flac)

Enjoy!!!!!!!!!!!!! (320) or Enjoy too!!!!!!!!!!!!

Lei de direitos autorais nos EUA muda para melhor

Como comentei em post anterior vi esta matéria no caderno Folhateen da Folha de SP da qual sou assinante, antes que aleguem que pirateio a matéria também.

Como achei pertinente com tudo que vimos discutindo e sentindo na pele acho um grande passo pra o ajuste de posições de ambos os lados e interessante será ver como se posicionarão os órgãos fiscalizadores porque todos estão se modernizando e os velhos devoradores terão de trabalhar se quiserem manter seu sultanato e não mais viver de explorar artistas e ainda alegar que defendem seus direitos.

Um pouco abaixo uma entrevista com o Ministro da Cultura, soma assunto a discussão.

É apenas um início mas........!!!!!!!!!!!

Na última semana, os EUA aprovaram mudanças na lei de direitos autorais, com o objetivo de torná-la mais flexível e equilibrada com a realidade tecnológica. O assunto é tema da coluna de Ronaldo Lemos publicada no caderno Folhateen desta segunda-feira (íntegra disponível para assinantes do jornal e da UOL).

A partir de agora, um professor que extrai o conteúdo de um DVD para apresentar em sala de aula ou uma pessoa que desbloqueia seu celular para rodar aplicativos não permitidos pelo fabricante não pode mais ser penalizado por isso, informa o jornalista.

No podcast abaixo, Ronaldo Lemos faz uma comparação com a lei de direitos autorais brasileira, apontada como uma das mais restritivas do mundo, em pesquisa da organização de defesa do consumidor Consumers International.

"No Brasil, um professor que extrai um trecho de um DVD para passar em sala de aula comete dupla violação de direitos autorais: não é permitido extrair trechos de um DVD, nem é permitido exibir qualquer material em sala de aula", comenta o colunista no podcast neste endereço .


Ronaldo Lemos 09/08/2010 - 09h39

Mudemos o Direito Autoral
29/07/2010

Entrevista com o ministro da Cultura, Juca Ferreira, para o jornal Tribuna do Brasil, em 29/07/2010.

TB: Por que modernizar a Lei do Direito Autoral?

JF: Hoje, a atual Lei do Direito Autoral não é capaz de garantir plenamente a realização do direito dos criadores. Na prática, estamos criando dispositivos – que já existem em quase todo o mundo – que ajudarão o autor a ter maior controle sobre sua obra, como a separação dos contratos de edição e de cessão e dando a possibilidade de o autor revisar ou encerrar contratos que o prejudiquem e tenham sido assinados num eventual momento de necessidade ou mesmo por inexperiência.

TB: Com as mudanças, os autores não correm o risco de ver retrocessos em seus direitos já conquistados?

JF: Não. Pelo contrário. A lei atual é incapaz de assegurar essa realização do direito do autor. A proposta não só amplia como assegura de fato os direitos do autor e o seu controle sobre sua obra. Possibilita que os autores tenham informações sobre a arrecadação e se ele está recebendo o que lhe é de direito. A modernização da lei tornará a transparência parte do sistema de arrecadação. Por isso o ECAD está contra o projeto. O criador vai passar a ter possibilidades para gerir melhor seus direitos. Algumas categorias profissionais, como arranjadores e orquestradores, no campo da música, e roteiristas, no campo do audiovisual, passam a ter a autoria reconhecida.

TB: Quais são as principais dificuldades para os autores com a Lei atual?

JF: A prática dos contratos de edição – firmados entre autores e entidades responsáveis por explorar comercialmente as obras – incluem a cessão de direitos do criador para essas empresas. Isso faz com que eles percam o direito e o controle sobre sua obra. Atualmente também é muito difícil que um criador consiga revisar os contratos em situações em que há vantagem excessiva para uma das partes ou quando há descaso com a obra. Para conseguir solucionar essas situações, eles devem negociar com as empresas e, caso não tenham sucesso, só lhes resta um longo e custoso processo judicial.

TB: Uma das propostas da nova lei é aumentar as possibilidades de usos das obras sem a necessidade de autorização e pagamento. Isso não trará prejuízo financeiro aos autores?

JF: Não. A idéia é que as possibilidades de uso de obras sem a necessidade de autorização e pagamento que estão na proposta não causem prejuízo financeiro aos autores. Essas possibilidades são casos excepcionais em que a obra poderá ser usada, que não causam prejuízo injustificado aos autores, nem prejudicam a exploração comercial da obra. O que estamos fazendo é trazer para a legalidade práticas cotidianas. Hoje, quem compra um CD original e quer ouvir seu conteúdo num aparelho portátil viola a lei de Direitos Autorais duas vezes para cada música. Trazer para a legalidade ações desse tipo não fere os interesses dos autores, melhora o acesso da população aos bens culturais e estimula o consumo que, por sua vez, aquece a economia da cultura. Todos os cidadãos (artistas, produtores, consumidores) poderão enviar suas sugestões por meio da página www.cultura.gov.br/consultadireitoautoral.

Depois disso, o texto será reformulado com base nas propostas. Não há prazo para que o Executivo envie o projeto para o Congresso Nacional. Porém, a expectativa é que, até o fim deste ano, o anteprojeto de lei seja apresentado
Para reformar a lei brasileira, o Ministério da Cultura abriu uma consulta pública na internet.

Sugestões podem ser enviadas por qualquer pessoa até o dia 31 de agosto, pelo

site do órgão.

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

11 de ago. de 2010

Paul McCartney - Good Evening NYC

Deixa eu explicar a salada que eu fiz aqui nesta postagem ok?
Como é de conhecimento dos mais tradicionais, não gosto de postar vídeos,são pesados, grandes e pra derrubarem é rapidinho, ou seja ao meu ver me dá mais trabalho e se acho algo muito bom trago até o link, mas eu mesmo desisti de subir vídeos e ver o link deletado no dia seguinte.

Mas este é um caso diferente prq achei um .avi de menos de 400 mbs com imagem perfeita e de um show fantástico (fácil de subir e rápido pra baixar) e diferente do que roda por aí.
Não é o dvd e não é o cd, nisto reside a salada citada acima, usei capas dos dois por mera ilustração prq são muito bem boladas e bonitas mas o show em si que postei é o que foi produzido pra uma das mais importantes redes de tv, não é um compacto e nem algo retalhado não.

É o show produzido em formato para tv sem a parte na marquise do "Ed Sullivan Show" e aí que reside o tamanho, a qualidade e inclusive a narração com alguns comentários de Paul não são novidade mas nesse padrão e desse formato vi poucos (só mesmo nos canais pagos).

Aqui chamo a atenção para o batera Abe Laboriel Jr (que tenho e vou repostar logo) que é um show a parte e por isso considerado um dos melhores do mundo, tocando com Clapton e outros do nível, um verdadeiro monstro nas baquetas e uma simpatia a toda prova e soltando a voz também.

De resto, Paul dispensa comentários, gostando ou não poucos tem ou fizeram a história de vida que ele "é", não é dos meus preferidos mas aqui eu reverencio seu talento e me dobro ao prq de ser amado por tantos; ele é a história.

Obs: Os releases tem seus créditos e faixas e os coloquei na íntegra pra quem se interessar por mais detalhes mas aqui a sequência é outra, quase igual e com algumas a menos é óbvio!BBC Review
He could turn up and play on a washboard and it'd still be worth 20 quid.

Will Dean 2009-11-23

.It's probably fair to say that, for non-baseball fans, Shea Stadium is associated more with The Beatles’ record-breaking 1965 gig there than the exploits of Mike Piazza and the rest of the New York Mets. When the historic venue closed in 2008 with a gig by Billy Joel, Paul McCartney flew in especially to sing with him.

When Citi Field, the Met's recession-defying new stadium, announced its first musical act, it wasn't tremendously surprising that McCartney was going to be declaring the building open. In July 2009, Britain's greatest living musician (heck, person) entertained 120,000 New Yorkers with a career-straddling set of Beatles classics, Wings favourites (both of them) and solo tracks.

Anyone who saw McCartney's on his huge Back in the World tour will know what to expect from his modern show. The band, featuring Rusty Anderson, Brian Ray and Abe Laboriel Jr, is wildly accomplished, giving a slick stadium-rock edge to tracks that, when The Beatles played Shea, would have been barely heard through the stadium's PA. But that's not always a great thing, as some period studio shakiness is lost. But it's always a joy to hear a real Beatle singing real Beatles songs, and during I'm Down some video trickery even allows Macca to duet with John and George, as they play the same song at the 1965 Shea show.

There are tributes to old pals past – Here Today for John and Something for George ("I played this to George, and I'm not sure he was very impressed"). Even if you've seen him do these things ten times before, it's still nearly enough to bring a tear to your eye.

As the undying thirst for Beatles media proves, these songs are both for everyone and timeless – just look at the diversity of attendees captured enthralled on the DVD. And then look at the last ten selections of this mammoth 33-song set: that kind of closing chapter to a show doesn't need words here telling you how great it is.

Always incredibly hard-working, McCartney never relents here – his patter isn't cool, but it absolutely doesn't matter, as he could turn up and play on a washboard and it'd still be worth 20 quid. Good Evening… is a wonderful souvenir for those who were there or who've seen his tour over the last few months, and a perfectly pleasant second-hand experience for those who weren't.
Paul McCartney é um dos artistas que mais lança projetos ao vivo. Isso tudo mundo sabe.
É só acabar a turnê e - pimba! - o CD e o DVD já estão nas lojas do mundo todo para abocanhar os seus fãs (e viúvas dos Beatles). Contudo, "Good Evening New York City", pacote que abarca DVD e CD duplo, se diferencia dos lançamentos anteriores ao vivo de Paul McCartney.
Tudo nesse novo projeto é melhor: o repertório, o áudio, a edição de imagens, o modo de execução das músicas etc.

Para começar, e mais importante, é digna de registro a opção de o DVD trazer o show na íntegra sem interrupções entre as músicas. Adepto dos chamados "concert films", nos quais as canções são cortadas ao meio para dar lugar a entrevistas, Paul McCartney devia há tempos um vídeo com o registro de um show completo.
E esse é o maior mérito de "Good Evening New York City".

O repertório também vale ser mencionado.
Em quase duas horas e meia de show, o ex-Beatle ofereceu um painel completo de todas as fases de sua carreira: do início com os Beatles ("I'm Down", "Paperback Writer", "I Saw Her Standing There", esta com participação de Billy Joel ao piano) aos anos lisérgicos do quarteto de Liverpool ("A Day In The Life", com citação de "Give Peace a Chance", "Got To Get You Into My Life", "Helter Skelter", "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band"), a fase Wings ("Jet", "Band On The Run", "Live And Let Die"), as suas criações mais recentes ("Flaming Pie", "Only Mama Knows", "Calico Skies") até chegar ao seu projeto paralelo eletrônico The Fireman, com "Highway" e "Sing The Changes", estas duas as mais fracas das 35 canções do roteiro.
Há também homenagens aos colegas John Lennon (na tocante "Here Today", que diz "Eu ainda me lembro como foi antes / E não estou mais segurando as lágrimas") e George Harrison (em "Something", aquela canção que Frank Sinatra disse ser a sua predileta da dupla Lennon/McCartney...).

A qualidade do áudio do show filmado no Citi Field Stadium (antigo Shea Stadium, onde os Beatles fizeram algumas de suas apresentações mais memoráveis) também impressiona. A edição de imagens, por sua vez, tem as suas falhas, mas que não comprometem o resultado final.
Em alguns momentos, chega a irritar as imagens registradas em câmeras portáteis distribuídas ao público. A edição de "I'm Down" também é uma bola fora, ao intercalar o show atual com as imagens (e áudio) da apresentação dos Beatles no Shea Stadium, em 1965. Desnecessário.

Outro aspecto que salta aos olhos nesse "Good Evening New York City" é a presença de um Paul McCartney mais roqueiro do que nunca. Em alguns momentos, os arranjos chegam a ganhar andamentos mais rápidos e pesados, como em "Paperback Writer", "Helter Skelter" e "I've Got a Feeling", sempre escorado pela sua fiel banda formada por Paul "Wix" Wickens (teclados), Rusty Anderson (guitarra), Abe Laboriel Jr (bateria) e Brian Ray (guitarra e baixo).
Entretanto, Paul McCartney não se esqueceu das suas canções lentas e obrigatórias em todos os seus shows, como "Let It Be", "The Long And Winding Road", "My Love" e, claro, "Hey Jude".

"Good Evening New York City" é, pelo menos até agora, o documento definitivo do que é um show de Paul McCartney.
Já está praticamente certa uma pequena turnê de McCartney, ano que vem, no país.
Se o show for igual a esse, os brasileiros terão momentos inesquecíveis.

Luiz Felipe Carneiro Resenhas 08/12/2009 11h14
Personnel:
Paul "Wix" Wickens (teclados)
Rusty Anderson (guitarra)
Abe Laboriel Jr (bateria)
Brian Ray (guitarra e baixo).

Tracks (full):
1. "Drive My Car" Lennon, McCartney
2. "Jet" McCartney, McCartney
3. "Only Mama Knows" McCartney
4. "Flaming Pie" McCartney
5. "Got to Get You into My Life" Lennon, McCartney
6. "Let Me Roll It" McCartney, McCartney
7. "Highway" McCartney
8. "The Long and Winding Road" Lennon, McCartney
9. "My Love" McCartney, McCartney
10."Blackbird" Lennon, McCartney
11."Here Today" McCartney
12."Dance Tonight" McCartney
13."Calico Skies" McCartney
14."Mrs Vandebilt" McCartney, McCartney
15."Eleanor Rigby" Lennon, McCartney
16."Sing the Changes" McCartney
17."Band on the Run" McCartney, McCartney
18."Back in the U.S.S.R." Lennon, McCartney
19."I'm Down" Lennon, McCartney
20."Something" Harrison
21."I've Got a Feeling" Lennon, McCartney
22."Paperback Writer" Lennon, McCartney
23."A Day in the Life" / "Give Peace a Chance" Lennon, McCartney
24."Let It Be" Lennon, McCartney
25."Live and Let Die" McCartney, McCartney
26."Hey Jude" Lennon, McCartney
27."Day Tripper" Lennon, McCartney
28."Lady Madonna" Lennon, McCartney
29."I Saw Her Standing There" Lennon, McCartney
30."Yesterday" Lennon, McCartney
31.Helter Skelter" Lennon, McCartney
32."Get Back" Lennon, McCartney
33."Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (reprise)" / "The End" Lennon, McCartney

Total length: 2:34:27Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!

10 de ago. de 2010

Não faz Sentido! - Fodões da Web (Trolls) by Celso Loos

Estava eu a pensar no post que faria e até saiu uma matéria super bacana na Folha de SP, caderno Folhateen sobre liberdade nos Eua e discrimininalização do uso de downs e etc.

Mas aí minha senha foi recusada, fiz outra e não deu certo, tentei resgatar e ....ah quer saber não ia postar nada, mas tb como no blogger atualização de msgs são complicadas e ídem no msn,encontrei esta que o Celso Loos me enviou.

Amigos são interessantes mesmo, numa brincadeira de net ele me deu uma lição fantástica feita por adolescentes muito bem humorados e eu poderia até mudar o título:

"Troll, vc ainda vai conhecer um"

Valeu meu irmãozinho e espero que vcs assistam qdo tiverem um tempinho (menos de 8 minutos) e relevem qqr molecagem, prq o conteúdo é de muita qualidade mesmo, parabéns a garotada que bolou o quadro e outros que lá estão.



troll defined by wikipedia are:

In Internet slang, a troll is someone who posts inflammatory, extraneous, or off-topic messages in an online community, such as an online discussion forum, chat room or blog, with the primary intent of provoking other users into an emotional response or of otherwise disrupting normal on-topic discussion

USEAGE:
Usage

Application of the term troll is highly subjective. Some readers may characterize a post as trolling, while others may regard the same post as a legitimate contribution to the discussion, even if controversial. The term is often used as an ad hominem strategy to discredit an opposing position by attacking its proponent.

Often, calling someone a troll makes assumptions about a writer's motives. Regardless of the circumstances, controversial posts may attract a particularly strong response from those unfamiliar with the robust dialogue found in some online, rather than physical, communities. Experienced participants in online forums know that the most effective way to discourage a troll is usually to ignore him or her, because responding tends to encourage trolls to continue disruptive posts — hence the often-seen warning: "Please do not feed the trolls".

Texto do site: skateboard.com.au

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

9 de ago. de 2010

Jeff Buckley

Sabem o que mais irrita nesta vida de lobo fora da lei?

Não, não, os malas que vivem mandando recadinhos anônimos são débeis e vc até os ajuda a economizar terapia, prq são doidos de pedra e vai saber o que fariam se não extravasassem suas fantasias, ré,ré,ré.

São estas por....carias de hosts que vivem deletando links e haja disposição e saco pra achar no meio dessa turma toda quem caiu, quem derrubaram e é do nada; as vz e claro aí tem o dedo dos doidos eles simplesmente deletam um link, ou uma conta inteira e sem nenhuma denúncia, arquivos com 300 downs pra cima até mais de mil la´se vão pelo ralo, mas o chato é chegar vc e dar de cara com o famoso "este link já era",rs

Bem, conforme vou conseguindo apesar de nem ter tantos posts assim vou repostando e vamos que vamos e este é um caso especial prq tenho uma afinidade e um respeito pelo trabalho desse moleque que tá doido viu?
Porque gente assim morre cedo e ficam estas mer......das por aí aporrinhando e fazendo peso na terra?Tá aí, link atualizado, dois trabalhos de início de carreira de um dos caras que melhor interpretou várias músicas famosas e difíceis sem medo de ser feliz; inclusive sendo considerado pelo próprio Leonard Cohen o melhor intérprete de sua "Halleluja" que é outro link que atualizo em breve.
Post original em 27/10/08.


Cá estamos novamente com um pouco mais de Jeff e seu talento musical fantástico apesar de uma carreira tão fugaz......

Como prometido segue o "My Sweetheart The Drunk" ; considerado por alguns como seu melhor trabalho e como sempre faço questão de citar eu repasso como recebi, sem alterações no áudio ou em nomes e divisões.Um álbum duplo com muito som pra vc tirar suas próprias conclusões e este eu resolvi upar por inteiro por não ser muito grande; mas exceder ao limite do hospedeiro que mais utilizo, esse tb não dá pau até onde sei....qqr coisa avisem por favor!!!! Bom e hoje pra aproveitar o tempo resolvi postar este trabalho "Songs to no One" também pra alguns que ainda não o conheciam, mas vou recortar um trecho de uma entrevista do Gary falando sobre o Jeff e vc tire suas próprias conclusões. Se eu já respeitava e gostava muito desse moleque, agora então vejo que era uma "Alma do Bem".

Como é que conheceu o Jeff Buckley? Como é que era a sua relação com ele?

Fui convidado para tocar num tributo ao pai dele, Tim Buckley, na igreja de St Ann em Brooklyn, na primavera de 1991 pelo produtor Hal Willner.
Ele disse-me que o Tim tinha um filho chamado Jeff que o tinha contactado para actuar também de forma a prestar tributo ao seu pai, que tinha falecido quando ele era ainda miúdo. Nunca ninguém tinha ouvido falar do Jeff.

O Hal pensou que eu seria um bom colaborador com ele. Por isso vi o Jeff no primeiro ensaio, a cara chapada do pai, e ele parecia verdadeiramente eléctrico. Chegou perto de mim e disse “Oh, Gary Lucas! Adoro a tua forma de tocar, sei tudo sobre o teu trabalho com o Beefheart, li sobre ti na revista Guitar Player!
” Convidei-o para vir até ao meu apartamento em Greenwich Village para trabalhar numa das canções do pai (“The King’s Chain” do album Sefronia), liguei a guitarra e comecei a tocar.

O Jeff começou a cantar e o resto é história. Disse-lhe que era uma verdadeira estrela, mas ele não pareceu acreditar em mim – ele era bastante tímido e modesto naquela altura. Pedi-lhe imediatamente que se juntasse à minha banda, os Gods And Monsters, pois procurava um vocalista. Ele adorou a ideia. Diria, definitivamente, que fui um mentor para ele e um colaborador com quem ele podia realmente contar. Algumas das canções que produzimos juntos, como “Grace” e “Mojo Pin” por exemplo, fizeram estremecer o mundo.Como é que era trabalhar com ele?

Ele foi o colaborador mais talentoso que alguma vez tive. Nós tínhamos uma relação de composição de sonho: entregava-lhe um instrumental completamente acabado e ele voltava, por vezes meses mais tarde, com a melodia completa e letras que se ajustavam como uma luva perfeita. Era um músico incrível!

Como é que reagiu à morte dele? Tinham alguns planos para o futuro?

Fiquei completamente esmagado. Fiquei especialmente triste pois sabia que teríamos hipótese de fazer muito mais bom trabalho juntos se ele tivesse vivido, apesar de não termos planos específicos. Tinha-me juntado com ele em palco, em Nova Iorque, a convite dele e apercebi-me que a magia e a química ainda estava ali, entre nós.

Como é que foram os momentos que resultaram em Songs to no One?

Pequenos momentos do ano que passamos juntos, música verdadeiramente pura e espiritual.

Trabalhou com o Lou Reed, Nick Cave, John Cale, John Zorn, Iggy Pop, Patti Smith e muitos outros. Tem alguma história especial para contar?

A Patti, em 1996, convidou-me para actuar com ela no Tramps, um clube nocturno aqui em Nova Iorque com o Lenny Kaye e o Oliver Reed num espéctaculo em memória do grande escritor de canções que era o Robert Palmer e que tinha acabado de falecer.
O Robert foi meu amigo, e, na revista Rolling Stone, deu quatro estrelas ao álbum de 1992 dos meus Gods and Monsters. Fiquei surpreendido com o convite dela porque nunca nos tinhamos conhecido antes, e fiquei completamente emocionado e orgulhoso ao receber o convite dela para tocar. Por isso, rockamos muito!

Esta entrevista saiu na "BodySpace.net e foi feita por André Gomes em 16/03/2004; e recortei o trecho relativo ao post, mas caso queira conhecer melhor um pouco sobre Gary o endereço é: http://www.bodyspace.net/entrevistas.php?ent_id=16Obs: Vou ser muito sincero; com todo este movimento em volta sobre estarmos sendo "caçados como bandidos ou facínoras", fico sempre pensando se vale a pena continuar, porque não sei até quando ou se ao abrir minhas páginas elas estarão ou não no lugar.

Será que vale a pena?
Sei que cada um terá sua própria resposta,e sempre repito isso parecendo que quero ser paparicado pra continuar, mas é deprimente você se sentir perseguido ou um fora-da-lei!!!!

Que país é este que qualquer um vem de fora com suas leis e determina o que será feito e apenas carimba-se: "CUMPRA-SE!!!!!!". Me lembra um pouco das várias ditaduras do mundo, que pena..........e ao assistir uma entrevista de um famoso esta semana ele disse ter vendido milhões de cópias e olha que é um dos mais postados na net.
Mas em respeito aos amigos e amigas deste espaço continuo enquanto puder porque amo o que faço, gosto de fazer e me dá prazer, seguiremos em frente, porque pior de ser perseguido é não realizar seus sonhos por medo ou pressão.
Esta é só minha opinião.

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!

8 de ago. de 2010

The Hollies - The Air that I Breathe (30th birtdhday of "The Hollies" (1993)

Um pouco antes fiz um post dos "Besouros" com o titulo oposto e claro expliquei meus motivos.
Este aqui é mais fácil ainda!!!

Simplesmente eles são muito bons, deram o famoso "azar" de aparecerem numa época em que se estava investindo tudo nos outros e eles ficaram um pouco nas sombras não fazendo o merecido sucesso e talvez até não tendo o devido reconhecimento.
Ok, ok, qqr um que entenda um pouco de música vai dizer: Mas é claro que fizeram sucesso e foram reconhecidos como o são até hoje!!!

Não, não são, e nunca terão o reconhecimento devido e na minha opinião; a qual não vai mudar em nada as voltas que o planeta dá. Foram muito superiores a vários grupos que tiveram mais mídia, mais apoio e mais investimento.
The Hollies, uma puta banda, uma banda de verdade composta por músicos de qualidade, e esse som foi lançado em comemoração aos 30 anos de existência deles.Resolvi postar este som, pra lembrar dos tempos em que era pobre (rs) e sempre ficava fuçando em busca de coletãneas porque não podia comprar a coleção daqueles que gostava.
Ou comia ou comprava disco, e aí a escolha é lógica,mas qdo sobrava uma graninha saía a caça de algo que pudesse me trazer de tudo um pouco daqueles que gostava e com isso consegui reunir um acervo razoável de "coletâneas" e as guardo com muito carinho prq me trazem a lembrança o qto é difícil tentarmos realizar nossos sonhos.

Tá, eu sei que a fome no mundo é um problema maior e real, eu sei que as doenças matam muito mais que qqr guerra, sou consciente disso tudo; mas na minha vida particular, optar pelo leite dos filhos era uma decisão indiscutível e por muito tempo fiquei sem som e isso que antes era uma rotina na juventude passou a ser raridade e cada coletânea dessa tinha um gostinho de conquista e de vitória: "Estou conseguindo ter aquilo que tanto queria e não consegui antes"
Um sabor indescritível que só aqueles que já vivenciaram isso sabem que gosto tem."The Hollies é uma banda britânica de rock and roll formada no princípio dos anos 1960. Eles foram contratados pela Parlophone em 1963 como colegas de selo dos Beatles, e lançaram seu primeiro álbum nos Estados Unidos em 1964 durante a primeira leva da Invasão Britânica. Eles são comumente associados a Manchester, pois vários de seus integrantes originais vinham da cidade e de comunidades vizinhas.

O grupo foi criado pelos amigos de infância Allan Clarke, vocalista, e Graham Nash, em meados de 1962. Em seguida juntaram-se Don Rathbone na bateria, Eric Haydock no baixo, e Vic Steele na guitarra-solo. Steele foi rapidamente substituído por Tony Hicks. Em 1963, quando o grupo começou a fazer um certo sucesso, Don Rathbone passou ao posto de "roadie" e foi substituído por Bobby Elliot, considerado por muitos como um dos melhores bateristas ingleses do período do Merseybeat.

Apesar de normalmente não ser lembrada como uma das principais bandas de rock dos anos 1960, os Hollies emplacaram diversos sucessos e se tornaram, ao longo da década, o segundo grupo de maior sucesso da Grã-Bretanha em termos de vendagem de discos, atrás apenas dos Beatles. O grupo se caracterizou por impecáveis trabalhos vocais, duplos ou triplos, com Clarke, Nash e Hicks, o que ainda rende comparações com o trabalho feito anteriormente pelos Everly Brothers.

Entre as canções mais populares do conjunto, destacam-se: Long Cool Woman in a Black Dress, Stay, Stop In The Name Of Love, Bus Stop, Look Through Any Window, Sorry Suzanne, Jennifer Eccles, The Air That I Breathe, além da antológica He Ain't Heavy, He's My Brother, várias delas com versões em português, escritas ou gravadas por diversos artistas da Jovem Guarda."

The Hollies - the air that I breathe

Se eu pudesse fazer um pedido, acho que deixaria passar:
Não consigo pensar em nada que eu precise...

Nem cigarros, nem sono, nem luz, nem som,
Nada para comer, nem livros para ler...
Fazer amor com você
Me deixa tranqüila, aquecida e esgotada.
O que mais eu poderia pedir?

Não sobrou nada para ser desejado...
A paz me encontrou e ela me deixa fraca.
Então durma, anjo silencioso, vá dormir...

Às vezes, tudo que preciso é o ar que eu respiro
E amar você.
Tudo que preciso é o ar que respiro, sim, para amar você.
Tudo que preciso é o ar que respiro...
A paz me encontrou e ela me deixa fraca.

Então durma, anjo silencioso, vá dormir...



Integrantes:
Allan Clarke - guitarra e vocal (1962-1971; 1973-1978; 1978-2000)
Tony Hicks - guitarra e vocal (desde 1963)
Graham Nash - guitarra e vocal (1962-1968; 1981; 1982; 1983)
Don Rathbone - bateria (1962-1963; tornou-se o empresário)
Vic Steele - guitarra e vocal (1962-1963)
Bobby Elliott - bateria (desde 1963)
Eric Haydock - baixo (1963-1966; 1981)
Bernie Calvert - baixo (1966-1981)
Terry Sylvester - vocal e guitarra (1969-1981)
Mikael Rickfors - vocal, guitarra, teclado e baixo (1971-1973)
John Miles - guitarra e vocal (convidado em 1981)
Alan Coates - vocal e guitarra (1981-2004)
Dennis Haines - teclado (1983-1989)
Steve Stroud - baixo (1982-1985; 1990; 1996)
Ray Stiles - baixo, vocal (desde 1986)
Ian Parker - teclado (desde 1990)
Carl Wayne - vocal (2000-2004)
Peter Howarth - vocal (desde 2004)
Steve Lauri - vocal e guitarra (desde 2004)
Jamie Moses - guitarra e vocal (1983, durante turnês e em algumas gravações como convidado)
Dave Carey - teclado (1990)
Paul Bliss - teclado (1978; 1982-1983)
Pete Wingfield - teclado (1976-1981)
Peter Arnesen - teclado (1978; 1982-1983)
Brian Chatton - teclado (1981-1982)
Ian Harrison - vocal (2003-2004)
Dougie Wright - bateria (1967)

Obs: Postagem original em 10/06/09

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!!!

5 de ago. de 2010

Dave Specter and Lenny Lynn - Blues Spoken Here

Você já ouviu?

Parabéns você é um/a privilegiado/a.

Vc tem?

Ainda não?

Não conhece?

Não se preocupe, porque uma grande parte dos chamados experts também não e este trabalho é realmente uma raridade no mundo do Blues onde dizem que a repetição de poucas notas torna a música maçante e menos criativa que o Jazz.

Eu os ouvi pela primeira vez em um cd-promo de uma dessas revistas de música em uma faixa chamada "Senor Blues" e depois em outro cdzinho desses outra faixa e ai comecei a pesquisar e encontrei muita informação de Dave e até site oficiais e não oficiais de sua carreira.De Lenny o que se sabe é que é um puta de um bluesman, mas daqueles que não se destacam como outros de mais fama na mídia, mas conceituadíssimo e respeitado no meio.

O desafio é você ouvir......

Na minha humilde opinião é um dos melhores álbuns de Blues lançados em todos os tempos e posso dizer que estaria (pra mim que amo o Blues de paixão) entre os 50 melhores; não é um álbum fácil de se achar pra baixar e pra se vender só no exterior.

Pra se ter uma ideia, eu subi este álbum e antes de ser publicado já foi feito download dele, ou seja, tem gente pelo mundo afora procurando o trabalho único destes caras porque sabem que é muito difícil quem tem dividi-lo.Faço-o com prazer e pode ser que pra outras pessoas seja mais fácil encontrar o que buscam, mas acho difícil prq os torrents só pagos, nos outros se acha muita coisa do Dave como disse mas este trabalho específico, essa obra prima da música não e o valorizo muito por isso,fico realmente feliz em ter e compartilhar com quem gosta.

Mas um aviso de novo, já derrubaram nos hosts 03 vz, então não é um trabalho de ficar muito tempo com link ativo e os que tem por aí eram do SM e os links já foram tb, por isso se não pegou de outra vez, aproveite,rs

O álbum é de 21/04/1998Personnel:

Dave Specter: guitar
Lenny Lynn: vocals
Eric Alexander: tenor sax on 1,3,5,6,10
Rob Waters: Hammond B3 organ; piano on 2, 8
Harlan Terson: bass
Mick Schlick: drums; percussion on 10
John Brumbach: tenor sax on 1,2,4, 5, 8
Dez Desormeaux: tenor sax on 1,2,4,5,8; baritone sax on 4
Ken Saydak: piano on 1,5Tracks:

1. Blues Spoken Here
2. Why My Baby (Keep on Bothering Me)
3. Senor Blues
4. Boss Funk
5. I Stepped in Quicksand
6. Just a Dream
7. City Boy Blues
8. Kiddio
9. Blues on My Mind
10. Listen Here
11. Moanin'
12. Roll 'Em Pete

Ladys and Gentlemans......Dave Specter and Lenny Lynn.

Enjoy!!!!!!!!!!!!!!!